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Circolare - Inizia la Fase 2 - Cosa fare

  • Pubblicato il:  30 aprile 2020
  • Categoria:   Circolari

INIZIA LA FASE 2

COSA SERVE?

VADEMECUM IN PILLOLE

Le attività di impresa e professionali - sia quelle già attive, sia quelle in fase di riapertura - dovranno ottemperare ai numerosi provvedimenti che sono intervenuti in questo periodo ed in particolare:

  • il Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro sottoscritto dalle parti sociali il 24 aprile 2020 (allegato al Dpcm 26 aprile 2020) in aggiornamento del precedente Protocollo del 14 marzo 2020;
  • il Documento tecnico redatto dall’Inail, pubblicato il 23 aprile 2020 contenente le misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e relative strategie di prevenzione;
  • le linee guida sul trattamento dei dati in materia di privacy;
  • le linee guida di eventuali organismi di riferimento, sindacali o di categoria o territoriali nonché aziendali.

I predetti documenti hanno evidenziato l’obbligatorietà della valutazione del rischio biologico coronavirus (SARSCoV-2), in quanto le infezioni da coronavirus avvenute nell’ambiente di lavoro o a causa dello svolgimento dell’attività lavorativa sono tutelate a tutti gli effetti come infortuni sul lavoro, come da circolare INAIL n. 13 del 3 aprile 2020.

I datori di lavoro dovranno quindi:

  • istituire al loro interno un Comitato di Regolamentazione, composto dalla rappresentanza dei lavoratori, l’RLS, l’RSPP ed il medico competente, con il compito di condividere le misure di sicurezza e verificarne l’applicazione, la efficacia e l’aggiornamento;
  • definire dei Protocolli di sicurezza concertati (eventualmente coinvolgendo anche le OOSS, oltre che le rappresentanze dei Lavoratori a livello aziendale), rispettosi dei protocolli condivisi ed adeguati alla specifica realtà aziendale, andando quindi a ridefinire la metodologia di lavoro (es. mansioni, orari, turni, adozione di DPI) in maniera efficace ad evitare le compresenze; a titolo esemplificativo detti Protocolli dovranno riguardare:
    • modalità di ingresso, uscita e spostamenti in azienda;
    • modalità di accesso dei fornitori esterni;
    • pulizia e sanificazione in azienda;
    • precauzioni igieniche personali;
    • dispositivi di protezione individuale (gestione mascherine, guanti);
    • gestione spazi comuni;
    • organizzazione aziendale (turnazione e organizzazione orari, trasferte e smart working, rimodulazione dei livelli produttivi);
    • gestione entrata e uscita dei dipendenti, spostamenti interni, riunioni, eventi interni e formazione;
    • gestione di una persona sintomatica che ha avuto contatti con l’azienda;
    • sorveglianza sanitaria/medico competente/RLS;
    • registro accessi.
  • adeguare le policy aziendali, i codici disciplinari ed il Mod. 231;
  • garantire ai Lavoratori una adeguata formazione sulle nuove procedure;
  • fornire ai Lavoratori, ai Fornitori esterni ed alla clientela che accede in azienda, indicazioni operative per aumentare l’efficacia delle misure di precauzione adottate per contrastare l’epidemia e per la protezione sia dei propri dipendenti sia delle persone che entreranno in contatto con la realtà aziendale;
  • adeguare le politiche in materia di privacy, introducendo modalità di trattamento dei dati specifici legati all’emergenza Covid-19 (es. controllo temperature, raccolta certificati, raccolta comunicazioni di contatto stretto, con successivo adeguamento delle informative e dei registri di trattamento, e nel rispetto dei principi generali di trattamento, con particolare riferimento alla finalità e alla necessità, per la salvaguardia dei lavoratori e dei dati sensibili;
  • verificare le coperture assicurative, per una piena copertura anche per le nuove ipotesi di rischio.

La mancata attuazione del Protocollo 24.4.2020 e delle successive normative determina la sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza.

In caso di contagio all’interno del luogo di lavoro, il Datore di Lavoro potrebbe essere chiamato responsabile, dovendo quindi fornire prova di avere messo in campo tutte le misure sopra previste.